La chirurgia refrattiva è una tecnica chirurgica utilizzata dall’oculista per correggere, con un approccio mini invasivo, alcuni difetti agli occhi. Nello specifico, come spiegato molto bene nel sito di Vision Future, il chirurgo interviene a livello della cornea o del cristallino.
L’obiettivo del suo approccio – che nella maggior parte dei casi porta a risultati definitivi – è legato alla risoluzione delle criticità nella focalizzazione delle immagini a livello della retina. Quali sono i principali difetti visivi che si possono correggere grazie alla chirurgia refrattiva? In primo piano troviamo senza dubbio la miopia, ma anche l’astigmatismo e l’ipermetropia.
La chirurgia refrattiva – a seguito della quale è necessario prepararsi a un breve periodo di assestamento – può essere di diverse tipologie. Si parla di preciso di chirurgia refrattiva corneale e di chirurgia refrattiva intraoculare. Per quanto riguarda la prima, è importante ricordare la presenza di diverse tecniche. Vediamo i dettagli delle principali:
- Cheratomileusi: in questo caso si parla di una tecnica chirurgica ideata nel 1964. Cosa prevede? La rimozione, il congelamento, la successiva modifica e il reinserimento finale del disco corneale. Quando la si nomina, si chiama in causa la base di tantissimi approcci chirurgici ideati nel corso dei decenni successivi.
- Chirurgia refrattiva con laser a eccimeri: quando si nomina questa tecnica di chirurgia refrattiva, si inquadra un approccio che sfrutta la precisione del laser e la sua capacità di rimodellare la cornea con estrema precisione. Come funziona di preciso il laser a eccimeri? Ricordiamo innanzitutto che si basa sulla vaporizzazione a freddo. Questo procedimento, messo in atto in maniera estremamente mirata, consente di correggere diversi difetti visivi e di permettere al paziente di dire addio a occhiali e lenti a contatto. Entrando ulteriormente nel dettaglio, ricordiamo la possibilità di fare riferimento a diverse metodiche. La differenza principale riguarda la preparazione della cornea all’azione del laser. La tecnica del laser a eccimeri è molto apprezzata in chirurgia refrattiva per via della possibilità di personalizzare il trattamento, adattandolo alle caratteristiche individuali del paziente e garantendo spesso un risultato migliore rispetto ai trattamenti standard.
- Cheratofachia: questa tecnica di chirurgia refrattiva, esattamente come la cheratomileusi, è stata inventata negli anni ‘60. Il suo ideatore è stato José Ignacio Barraquer, considerato uno dei padri della chirurgia oculare.
Chirurgia refrattiva intraoculare
Dopo aver elencato tre tra le principali tecniche di chirurgia refrattiva corneale, passiamo ad approfondire le peculiarità della chirurgia refrattiva intraoculare. Di cosa si tratta? Di un approccio che prevede la sostituzione chirurgica del cristallino naturale.
Al suo posto, il chirurgo inserisce una lente intraoculare. In alcuni casi è possibile parlare dell’impianto della cosiddetta lente intraoculare fachica. Di cosa si tratta? Di una lente intraoculare molto particolare in quanto, nel corso degli interventi che vedono il suo impianto, viene mantenuta intatta la lente naturale dell’occhio.
Alla luce di ciò, la lente fachica è nota anche con il nome di cristallino artificiale parallelo. Un esempio che si può chiamare in causa quando si parla di chirurgia refrattiva intraoculare è quello dell’intervento di cataratta.
Tornando un attimo ai cristallini artificiali utilizzati in chirurgia refrattiva, ricordiamo che ne esistono diversi tipi. Negli anni passati, l’orientamento chirurgico principale prevedeva l’utilizzo di cristallini rigidi. Nel corso del tempo le cose sono cambiate, arrivando al panorama attuale che vede l’utilizzo di cristallini morbidi realizzati in ottica di customizzazione.
I materiali utilizzati sono estremamente innovativi. Concludiamo ricordando che, in alcuni casi, i cristallini hanno colori specifici, come per esempio il giallo. Tra i criteri che vengono utilizzati per la scelta della cromia rientra innanzitutto la necessità di proteggere gli occhi del paziente da determinate tipologie di radiazioni.