“Ma quando penso a te, mio caro amico, ciò che era perduto è ritrovato, e ogni dolore ha fine.”
William Shakespeare, già nella seconda metà del sedicesimo secolo, aveva ben chiaro il grande valore dell’amicizia e di quanto un amico, soprattutto un buon amico, sia una costante imprescindibile nella vita di ogni persona.
D’altro canto uno dei mali che affligge il nuovo millennio è proprio l’impossibilità o la difficoltà, lamentate da molti, nel cercare nuovi amici o nel mantenere stabile una relazione interpersonale.
Farsi degli amici è fondamentale ma può appunto rivelarsi non così semplice.
Vediamo dunque alcuni accorgimenti su come trattare il prossimo in maniera tale da costruirci una duratura amicizia.
Un’autorità nel campo della comunicazione sociale è stato Dale Carnegie che ha esplicato, attraverso i suoi scritti, le tattiche per metter su nuove amicizie ed evitare di trattare male il prossimo.
Innanzitutto, scrive Carnegie, l’uomo è un animale sociale, ha bisogno assoluto di interfacciarsi ad altri membri della propria specie, allo scopo di scambiarsi informazioni, trasmettere emozioni e, in senso più lato, di comunicare.
La comunicazione è l’aspetto basilare che permette a due persone, dapprima sconosciute, di poter eventualmente costruire un’amicizia; è necessario perciò mantenere efficace questa comunicazione e saperla rendere informativa e maieutica.
Sono da evitare gli alterchi per punti di vista diversi che spesso innescano delle liti verbali furiose: secondo Carnegie, per avere più probabilità di farsi un amico, è maggiormente utile saper ascoltare e saper apprezzare un’opinione diversa dalla propria.
Ascoltare un pensiero, fosse anche antitetico rispetto alla propria forma mentis, dà segno di grande empatia umana e permette a chi sta ascoltando di immedesimarsi in ciò che sta raccontando l’interlocutore e nelle sue esperienze.
L’arte dell’ascolto permette inoltre di guardare gli eventi da una nuova e, perché no, rivoluzionante prospettiva.
Oltre a sviluppare l’abilità di accettare i pareri degli altri senza opporre un muro di diniego fine a se stesso, Carnegie suggerisce addirittura di ringraziare l’interlocutore per aver espresso il suo pensiero e di averlo trovato interessante e degno di spunto. Questa semplice considerazione genera nella persona che ci parla un senso immediato di fiducia e di buone intenzioni, con la grande probabilità che si possa sviluppare una solida amicizia.
Altro aspetto rilevante consiste nel cercare di portare la discussione e la comunicazione con chi ci sta intorno sugli argomenti in comune, in maniera tale da poter sostenere un dialogo molto più ricco e partecipativo.
In questo caso è necessario esprimere ciò che si vuole nella maniera più leale e trasparente possibile, rifuggendo dall’indossare una maschera pirandelliana; cercare di nascondere parti della propria personalità tentando di apparire qualcun altro è alla lunga controproducente per l’instaurarsi di un’amicizia perché va a minare il rapporto di fiducia alla base.
Infine, è da evitare l’imposizione delle proprie idee sull’altro preferendo modi più eleganti attraverso cui spiegare il punto di vista su una determinata faccenda attraverso consigli e suggerimenti.
L’arte del farsi un amico si può dire coincida dunque con l’arte di saper comunicare.