L’acaro è il nome comune attribuito a varie specie di aracnidi (spesso microscopici) e che comprendono anche le zecche. Tuttavia va aggiunto che gli aracnidi veri e propri sono caratterizzati da quattro paia di zampe segmentate e un corpo diviso in due (cefalotorace e addome), gli acari invece hanno un corpo non segmentato (come le zecche) e talvolta meno paia di zampe in età adulta, mentre allo stato larvale e prelarvale ne presentano al massimo tre. L’acaro inoltre è tipicamente caratterizzato da dimensioni molto piccole rispetto alle zecche generalmente più grandi, sebbene quello del velluto rosso possa raggiungerne alcune relativamente grandi. In riferimento a quanto sin qui descritto, vediamo nel dettaglio qual è la morfologia dell’acaro, come prolifera e di cosa si nutre.
La specie di appartenenza dell’acaro
L’acaro appartiene al gruppo degli aracnidi, ed è tra gli invertebrati più diversificati dal punto di vista morfologico e per proliferare sfrutta un’incredibile varietà di habitat. A causa delle sue piccole dimensioni passa completamente inosservato; infatti, molti ad esempio vivono liberamente nel suolo o nell’acqua, ma ci sono anche un gran numero di specie che si sviluppano come parassiti su piante o animali e persino alcune che si nutrono di muffe. Inoltre va aggiunto che seppur in piccolo numero ci sono alcune specie di acari che causano significativi problemi agricoli e di salute umana come ad esempio il Varroa destructor che ha un impatto sulle popolazioni di api e che può diffondere il tifo. Tuttavia è importante sapere che l’acaro è vitale per il funzionamento di molti e diversi tipi di ecosistemi; infatti, si nutre di insetti, mangia funghi e batteri e stimola il processo di decomposizione, risultando quindi parte integrante delle catene alimentari di insetti, ragni e uccelli. A margine va aggiunto che l’acaro può essere facilmente distinto dagli altri insetti per il fatto che non ha antenne e ali e vanta otto zampe contrariamente alle sei di altre piccole specie.
Dove ama proliferare l’acaro?
L’acaro occupa un gran numero di habitat diversi; infatti, può essere a vita libera o parassita (interno o esterno) e vive su o in luoghi come piante, animali, funghi, suolo, materia organica in decomposizione, ambienti di acqua dolce e marina, nell’aria e così via. Detto ciò va aggiunto che mentre molti acari sono predatori di animali, altri si nutrono invece di piante, funghi, detriti, polline, nettare e humus (materiale organico nel suolo). Molti sono invece parassiti di vertebrati e piante e possono diffondere svariate malattie. In riferimento a quanto appena accennato, vale la pena sottolineare che tra quelli delle piante ci sono anche i cosiddetti acari ragno, i filiformi e della galla. Tra le specie che attaccando gli animali gli causano la rogna sarcoptica, ci sono invece gli acari appartenenti alla famiglia della Sarcoptidae che penetrano sotto la loro pelle. Infine vale la pena citare l’acaro Demodex ossia un parassita che prolifera nei follicoli piliferi di gran parte dei mammiferi uomo compreso. L’acaro più noto tuttavia, è quello della polvere domestica e che appartiene alla famiglia delle Pyroglyphidae.
Il ciclo vitale dell’acaro
Il ciclo vitale di tutti gli acari comprende quattro fasi ben distinte ossia uovo, larva, ninfa e adulto, ma tuttavia c’è un singolo stadio larvale e due ninfali (la protoninfa e la deutoninfa). Il numero di generazione ninfale può tra l’altro essere minore o maggiore in alcune specie. Premesso ciò, va aggiunto che la maggior parte degli acari diffondono svariati tipi di malattie ad animali domestici ed esseri umani; infatti a questi ultimi alcune specie trasmettono infezioni che generalmente causano allergie alla cute e alle vie respiratorie.