Negli ultimi anni si parla sempre più spesso non solo di letto Montessori o giochi Montessori, ma proprio di tipo di educazione più vicina al modello montessoriano. Le basi su cui si fonda questo tipo di educazione sono, ovviamente, riferite agli studi della pedagogista Maria Montessori. Nel corso della sua vita personale e accademica Maria Montessori ha infatti introdotto un nuovo modo di rivolgersi ai più piccoli. Se prima i bambini erano considerati dei fogli bianchi su cui impostare delle regole ben precise, lei ha stravolto questa visione. Lasciare libero il bambino di esprimersi e di sperimentare lo porta in una dimensione più naturale. A sua volta, un approccio di questo tipo lo può incoraggiare a sprigionare tutto il suo potenziale. Favorire l’indipendenza e l’autonomia del bambino è uno dei principali modi per renderlo un adulto sereno e sicuro.
Quanto contenuto negli studi di Maria Montessori era perlopiù rivolto alla comunità di scienziati e addetti ai lavori. Questo non ha impedito, però, nel corso degli anni, alle famiglie di avvicinarsi alla sua mentalità e al suo pensiero. Benché negli ultimi anni si sia forse speculato su tutto ciò che viene etichettato, anche erroneamente, come “montessoriano”, restano alcuni capisaldi. Uno di questi è proprio il fare in modo che il bambino si trovi a suo agio nell’ambiente che lo circonda. Sembra molto semplice a dirsi, ma decisamente meno a farsi!
Cos’ha a che fare questa idea con il letto Montessori? Il momento della scelta del lettino è un momento che può destare nei neo genitori diverse ansie. Molte sono le domande che si accavallano: da che età un bambino può dormire da solo? Come influisce il dormire in camera sua con il suo sviluppo? Sarà difficile la transazione? La risposta a queste domande non può essere per forza di cose univoca. Ogni famiglia trova, a furia di tentativi, il suo equilibrio. C’è chi sceglie il co-sleeping e chi invece preferisce tenere il letto tutto per sé fin dall’inizio. Sono scelte individuali che non possono essere giudicate.
Perché scegliere un letto Montessori
Quando i bambini iniziano a reclamare la loro indipendenza, è il momento di assecondare i loro bisogni. A partire dal letto. Ovviamente non può trattarsi di un processo repentino e violento, altrimenti il bambino non sarà ben disposto a spostarsi nel suo lettino. Uno degli espedienti più comuni tra i neogenitori è quello di utilizzare in un primo momento il lettino Montessori per i riposini pomeridiani. In questo modo il bambino famigliarizza con questa nuova dimensione e la transizione verso il riposo notturno in camera sua sarà meno traumatica. In ogni caso, forzare il bambino in una direzione o nell’altra è generalmente controproducente.
Ma come dev’essere un letto Montessori? Il requisito fondamentale, come avrete capito, è quello di garantire l’autonomia. Si tratterà quindi di un letto basso. Spesso le doghe vengono posate direttamente sul pavimento. In questo modo il bambino sarà perfettamente in grado di salire e scendere in modo indipendente dall’aiuto dell’adulto.
Un letto rialzato (non eccessivamente) può comunque svolgere la sua funzione. Assicuratevi di interporre un materasso o dei cuscini tra il lettino e il pavimento. Così facendo, anche se il bambino dovesse girarsi e cadere nel sonno, atterrerebbe su un altro materasso o comunque su una superficie morbida, in tutta sicurezza.
Con un letto Montessori è inoltre possibile sdraiarsi accanto al bambino durante le fasi dell’addormentamento, anche per leggere una favola insieme. In questo modo potrete far sentire la vostra presenza finché il bimbo non si addormenta e poi avere la tranquillità che il piccolo non può farsi del male, come invece può succedere con i lettini con le sbarre.