Le ultime esternazioni di Janet Yellen, ex presidente della Federal Reserve ed attuale sottosegretario al Tesoro statunitense, hanno contribuito in misura determinante a creare una certa incertezza di fondo sui mercati finanziari internazionali che, capitanati da Wall Street, hanno assistito ad una rapida discesa dei corsi di mercato.
Il calo, piuttosto vistoso, è stato innescato da una dichiarazione resa durante un convegno economico organizzato, che ha paventato, nel breve periodo, un possibile rialzo dei tassi di interesse a fronte della persistente ripresa della curva inflazionistica e necessario a calmierare un surriscaldamento dell’economia.
Benché le esternazioni della Yellen da un punto di vista macro economico non siano particolarmente originali, i mercati hanno reagito in maniera scomposta all’evenienza; l’inflazione, da qualche settimana in evidente ascesa, rappresenta un nervo scoperto da molto tempo.
L’incremento dei prezzi al consumo statunitensi è il dato più elevato dal 2008 ad oggi. Il balzo, ben più marcato di quanto preventivato, ha toccato il valore soglia del 4,20% ed è conseguenza della quantità di moneta in circolazione nel sistema economico.
Il rialzo dei tassi di interesse sarebbe la soluzione migliore per limitare la circolazione di moneta, ma è un’opzione assai invisa alla comunità finanziaria poiché porterebbe anche ad una contrazione degli incentivi imprenditoriali ed una maggior difficoltà di accesso al credito da parte delle famiglie che sarebbero meno propense a mantenere un elevato livello di consumi.
Le dichiarazioni della Yellen, nonostante la Federal Reserve si sia premurata di precisare che la politica monetaria americana non subirà cambiamenti significativi nel breve periodo, hanno alimentato uno spauracchio che agita i mercati finanziari da moltissimo tempo.
La politica ultra espansiva degli ultimi anni fortemente voluta da tutte le Banche Centrali e viatico verso la lunga salita delle Borse internazionali, sembra destinata ad un brusco termine. La reazione dei mercati, violenta ed incontrollata, pone l’accento sulle opportunità di investimento possibili in un contesto molto diverso da quello degli ultimi tempi.
L’interrogativo di fondo, dunque, è quello di sempre. Cosa acquistare nel caso in cui la curva inflattiva dovesse inasprirsi ulteriormente?
La risposta non è delle più agevoli poiché sarebbe di fondamentale importanza sapere se si tratta di un processo di breve tempo oppure prolungato negli anni e, soprattutto, capire come sarà la crescita economica del prossimo futuro.
Quali strumenti e comparti finanziari scegliere se l’inflazione continuasse a correre?
Investire nel contesto di una curva inflazionistica in evidente salita è uno degli scenari più difficili da affrontare.
Lo scenario, già complesso di suo, viene ulteriormente complicato dall’attuale contesto economico e dall’evoluzione pandemica con le possibili riaperture dei prossimi mesi dopo un lungo periodo di lockdown forzato.
Secondo quando evidenziato dai professionisti di Morgan Stanley, ad esempio, è proprio quest’ultimo aspetto ad offrire le migliori opportunità. Via libera, quindi, ad investimenti in settori potenzialmente interessanti come quello delle comunicazioni aeree e dell’oro nero.
I consulenti di Pictet Asset Management, invece, concentrano la loro attenzione su due aspetti fondamentali.
In prima battuta ribadiscono l’importanza storica di affidare le proprie disponibilità a strumenti finanziari difensivi da sempre efficaci nei momenti di spinta inflattiva, ma poco remunerativi nel contesto moderno, e, in seconda istanza, evidenziano l’importanza strategica di un asset class interessante come le materie prime.
Il settore delle commodities, infatti, in periodi storici contrassegnati da crescita significativa e inflazione in ascesa, ha sempre registrato un incremento significativo.
Con l’attuale situazione di inflazione, è facile capire che scegliere con cura dove e come investire i propri risparmi è decisamente importante. Investire con oculatezza e con intelligenza i propri soldi, permetterà di avere un futuro dove non si avranno problemi finanziari di ogni sorta.