Per tutte le persone che hanno a cuore il rispetto per la natura e gli animali, fare delle scelte consapevoli è davvero importante: questo si ripercuote in vari ambiti della vita, anche nell’acquisto di prodotti cosmetici.
Ancora oggi, purtroppo, la cosmesi cruelty free è poco diffusa, soprattutto tra molti brand di fama mondiale.
I numeri sono davvero impressionanti: più di 100 milioni di animali vengono maltrattati e sottoposti ad atroci torture solo per testare dei cosmetici.
Le conseguenze sono devastanti, tra irritazioni, avvelenamenti, danni genetici e, a volte, persino la morte; ciò accade perché gran parte di questi prodotti contiene sostanze cancerogene composte da pesticidi e sostanze chimiche aggressive.
Oltre alla sperimentazione animale che è senza dubbio eticamente sbagliata, si aggiunge anche il discorso degli ingredienti altamente pericolosi per la nostra pelle ma anche gravi ripercussioni per l’ambiente che ci circonda.
Il più delle volte non si presta attenzione a questo aspetto perché le sostanze vengono riportate nell’INCI, situato sul retro del prodotto, in modo complicato, con nomi latini o sigle alfanumeriche.
Ma come si comporta la legge in questo ambito?
In realtà dal 2013 l’Unione Europea ha vietato i test sugli animali in ambito cosmetico e le importazioni degli ingredienti testati su animali in altri Paesi.
Il problema nasce proprio da qui, dal momento che l’80% dei Paesi extraeuropei continua a sperimentare sugli animali, tra cui anche la Cina, uno dei più grandi clienti europei.
Quindi, anche se non è possibile testare un prodotto in Europa, il marchio potrebbe chiedere a un Paese fuori dall’Europa di testarlo per loro.
In un contesto del genere, la cosa migliore che si può fare in Italia è quella di sostenere le piccole aziende produttrici di cosmetici bio italiani, così da aiutare la diffusione di una cosmesi fatta solo da ingredienti naturali e biocompatibili, attenta alle tematiche ambientali ed etiche anche nel nostro Paese.
Come capire se un prodotto è davvero cruelty free
Negli ultimi anni, grazie ad Internet e ai social media, si è sviluppata una maggiore consapevolezza verso il tema della cosmesi cruelty free, ma spesso si genera della confusione, in particolar modo sulla differenza tra cosmetici vegani e quelli cruelty free, ma andiamo con ordine.
I cosmetici cruelty free non sempre sono anche vegani.
Infatti, i componenti del prodotto potrebbero essere di origine animale anche se non sono testati su animali; allo stesso modo, dei cosmetici potrebbero essere vegani ma venire comunque sperimentati sugli animali come da politica aziendale.
È necessario quindi fare molta attenzione nello scegliere prodotti di aziende che non testano sugli animali, perché, come abbiamo visto, vegano non è sempre sinonimo di cruelty free.
Tuttavia, questo si rivela, in molti casi un’impresa non semplice, dal momento che la legge non impone ai brand l’obbligo di specificare questa caratteristica.
Proprio questo fatto, piuttosto controverso, è spesso al centro delle lotte portate avanti da molte associazioni animaliste.
Per riconoscere se si ha a che fare con cosmetici testati su animali, abbiamo dunque tre modi:
- il primo, anche se non sempre presente, è la presenza di una sagoma di un coniglietto. Il coniglio è il logo creato dalla Cruelty Free Foundation proprio per dare alla possibilità alle aziende che adottano questa politica di distinguersi. Quindi se è raffigurato sul prodotto, si può stare tranquilli;
- il secondo modo è quello di leggere molto attentamente l’INCI sul retro del cosmetico. Anche se, come abbiamo detto, è spesso pieno di nomi sconosciuti, basta consultare degli appositi strumenti online, dizionari contenenti spiegazioni riguardo l’origine dei vari ingredienti utilizzati per i cosmetici.
- il terzo modo prevede invece la ricerca e la consultazione di elenchi e documenti affidabili contenenti i nomi delle aziende che fanno uso di sperimentazioni animali e quelle che non lo fanno. Uno di questi si trova sul sito ufficiale della PETA (People for the Ethical Treatment of Animals).