L’incontinenza urinaria può colpire sia gli uomini che le donne di qualsiasi età ed è una perdita involontaria di piccole quantità di urina, attraverso l’uretra.
Spesso rappresenta anche un problema sociale e relazionale per la persona che ne è affetta, arrivando a limitarne le attività della vita sociale.
Se ne parla poco per l’imbarazzo che suscita e questo aspetto contribuisce certamente ad allontanare la ricerca della soluzione, poiché riguarda un disturbo che interessa una sfera intima e delicata tanto da rappresentare, in alcuni casi, un vero e proprio tabù.
Per questo motivo spesso passa molto tempo prima che si cerchi una soluzione ed in alcuni casi solo qualche domanda del medico fa emergere l’esistenza del disturbo durante la visita ginecologica.
Il ritardo che intercorre tra la diagnosi e le relative cure come pure il non modificare abitudini scorrette è responsabile di un progressivo peggioramento della sintomatologia come pure di un peggioramento dei difetti anatomici responsabili dell’invalidante patologia.
Il ritardo con cui si decide di rivolgersi a uno specialista dipende anche dal fatto che i primi sintomi possono apparire in forma lieve e tali da non alterare da subito la qualità di vita. Sovente si tratta della perdita di poche gocce di urina o di brevi episodi di dolore pelvi-perineale che sono erroneamente considerati “normali” dopo i 40 anni o più spesso dopo la menopausa.
Riabilitazione del pavimento pelvico
Ci sono varie soluzioni che permettono la rieducazione del pavimento pelvico. Una di queste è l’elettrostimolazione.
Ogni trattamento riabilitativo deve essere personalizzato rispetto ai sintomi e alle differenze individuali del paziente (gravità della sintomatologia, tempi di apprendimento, miglioramento dell’attività muscolare, sentimenti di imbarazzo e vergogna).
Esistono una serie di trattamenti riabilitativi per ridurre o eliminare il problema dell’incontinenza urinaria e per ripristinare il corretto funzionamento del tratto urinario:
Chinesiterapia Pelvi-Perineale (CPP)
La Chinesiterapia Pelvi-Perineale (CPP), consiste in esercizi di contrazione e rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico, programmati e finalizzati a rinforzare i muscoli del diaframma pelvico. Si effettua, quindi, la terapia attraverso il movimento per agevolare la presa di coscienza di questa zona del corpo ed ottenere precise modificazioni della disfunzione.
Gli esercizi per contrastare l’incontinenza urinaria variano a seconda della gravità della malattia. Possono coinvolgere la zona vaginale e/o anale e/o segmenti vicini; quali zona lombare, addome, articolazione delle anche.
A seconda della fase terapeutica, gli esercizi possono essere eseguiti in posizione diversa: supina, di fianco, ginecologica, seduta, in piedi.
Biofeedback (BFB)
Nel Biofeedback (BFB) con una sonda si rileva la contrazione muscolare, come variazione di pressione o come attività elettromiografica. Attraverso la presenza di un monitor la si trasforma in segnale visivo e/o sonoro che aiuta a prendere coscienza dei muscoli su cui si agisce.
Con questo apparecchio, quindi, si ottiene la possibilità di modificare l’attività muscolare, secondo i parametri e le modalità dettate dal percorso riabilitativo.
Stimolazione Elettrica Funzionale (SEF)
La Stimolazione Elettrica Funzionale (SEF) è una stimolazione che avviene anch’essa con una sonda, che va posizionata nella cavità vaginale o anale, e collegata ad un apparecchio che emette corrente elettrica. In base alla patologia che si intende trattare, vengono differenziati i tipi di impulsi e i tempi di stimolazione.
L’elettroterapia aiuta l’attivazione muscolare del pavimento pelvico, necessaria in alcuni stati di ipotonia e debolezza. Essa regolarizza anche le contrazioni anomale della vescica, che determinano il sintomo di urgenza minzionale, o producono un effetto analgesico nei casi di dolore nella zona pelvi-perineale.
Quindi, è importante ricordare che l’incontinenza urinaria è una patologia molto comune ma che riconosce diverse cause ed è importante agire subito, parlandone con uno specialista. Questo permette di intervenire in modo adeguato, riducendo il disagio e arrivando alla risoluzione del problema riducendo al minimo il ricorso ad interventi più invasivi e spesso non definitivi.