Lo sport affascina e coinvolge moltissime persone con età molti diverse tra loro. Ci sono infatti bambini che amano praticarlo e iniziano a muovere i primi passi in quel mondo, ma anche sportivi già affermati che praticano un’attività da tanti anni. Tuttavia, come molti sanno già, per esercitare una disciplina sportiva a livello agonistico occorre sottoporsi ad alcune visite specialistiche. Infatti, un comune rischio che si corre è quello di procurarsi dei danni fisici. Se nella maggior parte dei casi di tratta di danni come fratture ed ecchimosi, risolvibili in poco tempo, in alcune circostanze i danni sono molto maggiori. Naturalmente, se la persona che subisce il danno ha dei problemi di salute pregressi, potrebbe avere bisogno di molto più tempo per guarire. Inoltre, ci sono alcune persone affette da serie patologie che non possono permettersi di subire danni fisici. Occorre quindi sapere se si rientra in una categoria a rischio prima di iniziare a praticare sport. Per vigilare su queste condizioni c’è il medico sportivo. Questo professionista svolge un lavoro interessante e ben retribuito. Vediamo, dunque, come diventare medico dello sport.
Che percorso intraprendere per diventare medico dello sport
Per diventare medico dello sport, come per svolgere molti altri lavori, occorrono degli studi specifici. Di solito, chi vuole svolgere questa professione dovrebbe iniziare un percorso di studi preciso già da ragazzino. In particolare, sarebbe opportuno che frequentasse un liceo di buon livello. Ciò gli permetterà di acquisire non solo le conoscenze approfondite che sono necessarie per entrare all’università, ma anche di avere familiarità con la mole di studio richiesta in una facoltà universitaria.
Come abbiamo accennato, non è scontato riuscire ad entrare all’università. Infatti, per chi vuole diventare medico dello sport è obbligatorio frequentare la facoltà di Medicina e Chirurgia. Però, come molti sanno, per accedere a questa facoltà occorre superare un test di ingresso. Al test sono esaminate le conoscenze di biologia, chimica, fisica, matematica e cultura generale. Il test non prevede una soglia di sufficienza oltre la quale si è ammessi alla facoltà. Bensì, ottengono un posto in facoltà solo coloro che hanno i punteggi migliori. Volendo fare un esempio con i voti dal 3 al 10 possiamo dire che se ci sono 15 posti liberi su una classe di 25 studenti, i posti saranno occupati solo dagli studenti che ottengono i migliori voti al test. Non importa che tutti prendano almeno un 8, voto più che sufficiente. Allo stesso modo funziona il test d’ingresso a Medicina. Se due candidati ottengono lo stesso punteggio, viene ammesso quello di età minore.
Una volta entrati in una facoltà, comunque, è necessario concludere gli studi il prima possibile ma coi i voti più alti possibili. Anche dopo la laurea, infatti, il percorso per diventare medico dello sport non è affatto finito.
Lavorare in ospedale occupandosi di sport: come fare
Una volta che si ha conseguito la laurea abilitanti in Medicina e Chirurgia, occorre frequentare una scuola di specializzazione in medicina dello sport. Anche in questo caso, per accedervi occorre fare un test d’ingresso e superarlo con i punteggi migliori possibili. Quando ciò sarà fatto, si avrà un posto a scuola. Il posto prevede lo svolgimento di attività partiche su turni in ospedale e lo studio teorico di questioni specifiche legate al campo dello sport. Dal momento che è previsto il lavoro, chi frequenta una scuola di specializzazione ha anche una retribuzione fissa mensile. Si aggira sui 1800 euro. Per afre il medico dello sport quindi occorre impegno e studi. Ma che dire se non vi sentite dell’età adatta per frequentare l’università eppure volete ampliare le vostre conoscenze? Potreste trovare beneficio in un’università della terza età. Scoprite come funziona.