La figura del giornalista risulta essere, nell’ambito dell’età contemporanea, etichettata in modo piuttosto particolare, a causa della esistenza di diverse piattaforme che non richiedono l’esistenza di tesserini o di qualifiche che possano permettere ad un aspirante tale di rapportarsi con il mercato del giornalismo. Se in passato per diventare giornalista occorrevano una serie di requisiti specifici che risultavano essere regolati direttamente da una serie di leggi e norme, oggi si può tranquillamente scrivere all’interno di piattaforme web e siti pur non avendo queste stesse qualifiche, per quanto riescano esse a dare comunque una marcia in più all’interno del contesto globale del giornalismo. Ciò che, nonostante tutti i cambiamenti che ci sono stati all’interno delle piattaforme, permane è la differenza fondamentale tra giornalista pubblicista e giornalista professionista, sia in base all’articolazione del proprio lavoro, sia in base ai riconoscimenti e ai percorsi da seguire per ottenere qualifica differenti. Come si può, in altre parole, diventare giornalista pubblicista? Il percorso non è netto e non è determinato da una serie di studi precisi che devono essere seguiti dal aspirante giornalista, ma porta a rispettare alcuni cavilli che determinano l’ottenimento del tesserino.
Requisiti per diventare giornalista
In via del tutto generale, senza considerare la differenza tra giornalista pubblicista e giornalista professionista, la figura del giornalista è determinata da una serie di valori, più che di studi, che portano a maturare e a tramutare quella curiosità e passione in una professione. Se in passato il giornalista era soltanto colui che aveva una passione per il mestiere in questione e che riusciva a trasformare la stessa in un lavoro, oggi sono richieste anche altre determinazioni e componenti che non dipendono da un percorso di studi, che può essere qualunque sia in grado di dare una formazione scolastica, ma da altri requisiti tra cui:
- Conoscenza buona se non ottima, della lingua italiana;
- Spirito di approfondimento, curiosità e intrattenimento;
- Conoscenza di una lingua straniera, soprattutto per quelle realtà che richiedono una traduzione o un’interpretazione di realtà estere.
Tutti questi requisiti sono basici, non dipendono da un corso di studi specifico e portano, molto spesso, ad una selezione tra aspiranti giornalisti per una stessa redazione.
Requisiti per diventare giornalista pubblicista
A questo punto, si possono approfondire i requisiti da seguire per diventare un giornalista pubblicista. Innanzitutto è naturale sottolineare la differenza tra giornalista pubblicista e giornalista professionista: il giornalista professionista svolge, come da titolo, solo la professione del giornalismo, mentre il giornalista pubblicista può affiancare questa stessa, anche per necessità economiche, ad un’altra di qualsiasi tipo, per quanto molto spesso il giornalista pubblicista sia anche inviato, presentatore, telecronista, autore o scrittore.
Per diventare giornalista pubblicista bisogna svolgere l’attività giornalistica retribuita e presso una testata registrata in tribunale per almeno 24 mesi. La testata deve essere anche diretta da un giornalista iscritto all’Albo dei professionisti, e che sia delle seguenti tipologie: web, radiofonica, televisiva, quotidiana, periodica.
Per quanto esistano degli esami di applicazione, da svolgere al termine dei 24 mesi, gli stessi non sono necessari per l’ottenimento del tesserino. Allo stesso tempo, bisogna possedere alcuni requisiti per diventare effettivamente un giornalista pubblicista, nonostante i cambiamenti dettati dai diversi Ordini regionali. Generalmente, i requisiti più comuni sono:
- Possedere requisiti di legge, ovvero assenza di precedenti penali e attestazione di versamento della tassa di concessione governativa;
- Presentazione degli articoli pubblicati all’interno di giornali, periodici o quotidiani e certificati dai direttori delle pubblicazioni, a testimonianza dell’attività svolta nei 24 mesi antecedenti all’ottenimento del tesserino;
- Presentazione in fotocopia del contratto di collaborazione stipulato con la testata, con relativa nota di retribuzione;
- Presentazione dei compensi percepiti negli ultimi 24 mesi, a dimostrazione della retribuzione avvenuta presso la testata in questione.
Altro tassello fondamentale da prendere in considerazione è quello del numero effettivo degli articoli, che per alcuni Ordini risulta essere stabilito in numero pari a 200, per altri non è necessario, dal momento che fondamentale è l’esercizio della professione per 24 mesi.