Stiamo assistendo ad un periodo di forte debolezza, da ogni punto di vista, a causa del coronavirus e degli effetti che sta avendo sulla società e sul nostro modo di vivere. Sicuramente il peggiore dei mali è stato quello di vedere persone di ogni età non farcela, portando un immenso dolore nelle famiglie e la paura di poter ancora vivere serenamente.
Tuttavia anche l’economia sta vivendo le ripercussione di questo nemico silente, minando “la povera gente” che non riesce più ad incanalarsi nel mondo del lavoro e a vivere serenamente la propria quotidianità.
Una previsione nera per l’economia
Secondo le previsioni OCSE, potrebbero verificarsi ben due scenari nell’assetto economico italiano. Il primo ovvero quello basilare, potrebbe portare ad una limitazione ed una restrizione del progresso globale qualora il contagio fosse contenuto. Il secondo scenario, ben più negativo, prevede un effetto domino tra gli stati, in cui crollando un’economia crolla anche quella delle altre nazioni.
Ad oggi è difficile stabilire in quale dei due punti di vista il mondo si ritrova, ma sta di fatto che se dovesse palesarsi esplicitamente l’effetto domino, ci ritroveremo davanti ad una contrazione del PIL su scala mondiale.
Subirebbe un diretto shock provocato dalla pandemia l’incontro tra domanda ed offerta, nell’ottica di possibili variazioni del comportamento individuale a causa della paura del contagio. Quello che preoccupa si ricollega ad alcuni fattori, come la riduzione della domanda di turismo, trasporti, attività culturali e legate al tempo libero.
La situazione specifica italiana
Non è certo un mistero che tra gli Stati che si sono maggiormente incrinati c’è l’Italia. Stiamo vivendo una situazione molto delicata, e a peggiorare la cosa si è messa la posizione dei mercati finanziari, che tendono ad incanalare il cambiamento di scenario in senso negativo. Subiscono insomma l’influenza di queste condizioni incerte complessive e, in generale, mettono in pericolo i titoli italiani. A ben vedere quindi l’impatto negativo del virus sulle finanze pubbliche si è già concretizzato sulla nostra economia, attraverso l’aumento della spesa per interessi, dato l’elevato stock di debito.
In più vi sono da considerare le tendenze del governo ad intervenire attraverso delle politiche fiscali espansive che non erano adeguate alla condizione lavorativa in cui ci si ritrova sul suolo italiano. Anzi questa erosione di risorse pubbliche, avvenuta in passato, e continuatasi a realizzare anche in pieno contagio covid, ha ridotto ancor più la nostra capacità di intervento sui problemi reali, quando serve.
Il lavoro dunque ha avuto maggiormente un’inversione di marcia, tanto nella pubblica amministrazione (si pensi alla scuola giusto per fare un esempio) tanto nel privato.
Come far ripartire il mercato una volta che l’emergenza sarà finita?
Oggi nessuno può dire quando potremo parlare di “scampato pericolo covid”. Tuttavia per guardare al bicchiere mezzo pieno, e affrontare questo grave impatto avuto sull’economia, c’è bisogno di adottare delle soluzioni. Alternative che vadano al di là di questo stato di emergenza e che tengano su quantomeno le basi dell’economia.
Lo stato dovrebbe pensare (ma anche in altre nazioni non solo qui) a mettere in campo degli stimoli fiscali, attraverso per esempio interventi di supporto alle aziende e ai lavoratori maggiormente colpiti.
Occorre dare una boccata d’aria ai lavoratori, a tutti coloro che sono stati rilegati in casa e al termine del lockdown non sono potuti rientrare a lavoro. Occorre un impegno finanziario volto a migliorare le sorti italiani. Tuttavia nella peggiore delle ipotesi, elargire troppi soldi potrebbe portare ad aumenti ulteriori dei livelli di debito nati in seno alla crisi finanziaria di qualche anno fa. La speranza è che seguendo le giuste misure preventive e riparative, si possa aumentare la domanda di consumo e gli investimenti e garantire liquidità al sistema. Il tutto al solo scopo di salvare la già critica condizione economica globale.