Da quando la società ha un approccio molto più diretto con display, computer e smartphone, tende anche ad avere maggiori disturbi alla vista. Sarebbe dunque normale consuetudine, sottoporsi ad una visita oculistica per capire se va tutto bene o se eventualmente bisogna prendere provvedimenti.
Sono molte le situazioni di necessità che richiedono il consulto di un oculista. Tuttavia spesso si tende a “temere” la visita, per paura che magari venga fuori qualche problematica seria o per la fifa della visita stessa. In questo contesto dunque ci teniamo a porre in evidenza come si effettua una visita agli occhi e quando essa risulti strettamente necessaria.
Visita oculistica: ecco perché fissare un appuntamento dallo specialista
Sebbene il controllo oculistico andrebbe effettuato almeno una volta l’anno anche da chi non ha particolari disturbi, ci sono delle situazioni specifiche in cui la visita è d’obbligo. Per sommi capi comunque, lo scopo del check-up oculare è quello di verificare la salute dei propri occhi.
Ci sono infatti patologie che lo specialista potrebbe diagnosticate pur non essendoci sintomi. Al contempo il medico andrà a monitorare l’evoluzione di malattie di cui siamo già a conoscenza, nonché ad escludere l’esistenza di una problematica grave oculare. Non è infatti detto che la visita oculistica porti ad una chirurgia refrattiva o ad un qualunque altro intervento correttivo. Può anche semplicemente mettere in evidenza una stanchezza della vista, o la totale assenza di disturbi.
Il controllo periodico
In vista di quanto appena detto si consiglia di sottoporsi a cadenza periodica a controlli della vista. Più in particolare, è necessario il consulto oculistico dinanzi ad alcuni disturbi fastidiosi che possono sfociare in certi casi in problematiche varie. Stiamo parlando di:
- annebbiamento della vista
- cambiamento nella percezione dei colori
- abbassamento dell’acuità visiva
- comparsa nel campo visivo di aloni, macchie, punti scuri
In particolar modo, una volta superati gli -anta, ci vuole una visita quantomeno annuale, onde evitare lo sviluppo di patologie che se non prese in tempo mettono a repentaglio la salute degli occhi. Allo stesso modo, si consiglia di portare i bambini a visita ogni sei mesi, per verificare che lo sviluppo oculare non ritardi.
Come si imposta la visita oculistica?
Come per ogni visita medica, anche quella oculistica inizia con l’anamnesi del paziente. Lo specialista infatti sottopone un questionario al paziente, gli fa cioè delle domande per capire se esiste una predisposizione clinica o familiare a determinati tipi di disturbo. A questo punto inizia la visita vera e propria. È buona norma da parte dell’oculista iniziare con il controllo a palpebre, congiuntiva, sclera, cornea e iride.
Quasi sicuramente poi passa alla tabella di Snellen che serve a verificare l’acuità visiva. Dopodiché, si fanno dei test (che possono essere diversi da medico a medico) per verificare la funzionalità della pupilla e la motilità dei muscoli oculari.
In tal contesto, giacché citata, è bene sottolineare che per acuità visiva si intende la capacità degli occhi di mettere a fuoco sagome ed oggetti presenti nel proprio campo visivo. È per questa ragione dunque che tutti gli oculisti, a prescindere il tipo di disturbo accusato dal paziente, sottopongono quest’ultimo ala lettura dalla tabella luminosa. La riga più bassa che il paziente riesce a focalizzare rappresenta l’indice della sua acuità visiva.
Il controllo della pressione intraoculare e del fondo oculare
La parte finale della visita pone invece l’accento sulla pressione intraoculare e sul fondo oculare. Per quel che concerne la prima, essa si misura con il tonometro, un apparecchio che dosa il deflusso dell’umore acqueo negli occhi.
Per quel che concerne il fondo oculare invece, l’oculista utilizzerà l’oftalmoscopio. Esso serve a mettere in evidenza possibili danni alla retina o qualsiasi anomalia nella vascolarizzazione.