Il fenomeno dell’umidità di risalita per capillarità
L’umidità di risalita per capillarità è una delle principali cause di danneggiamento delle murature, ed essa si manifesta sopratutto negli scantinati e nei piani al livello del terreno, ma si può estendere anche ad altezze di qualche metro dal livello del suolo.
Questa tipologia di umidità, subdola e dannosa, viene a crearsi per la capacità dell’acqua di penetrare nei vari tipi di murature e di risalire verso l’alto, contrastando apparentemente con la forza di gravità, attraverso dei capillari, ovvero dei minuscoli condotti insiti nei materiali che costituiscono i muri.
Dal punto di vista della fisica, il fenomeno è spiegabile da interazioni di forze di tipo elettrico tra le molecole che costituiscono l’acqua presente nel terreno, e quelle presenti nelle murature a contatto con essa.
La muratura è generalmente ed intrinsecamente soggetta ad elettrizzarsi in modo spontaneo ed ad attirare verso di sè le molecole d’acqua determinando così il fenomeno della risalita per capillarità, come quando sfregando una bacchetta in plastica, essa si elettrizza ed è in grado di attirare verso di se piccoli e leggerissimi oggetti.
L’acqua viene così continuamente attratta dalla muratura che rimane sempre umida, sebbene vi sia anche il fenomeno dell’evaporazione.
I danni causati dall’umidità di risalita per capillarità
La risalita dell’acqua per capillarità, oltre a causare danni alle murature dovuti all’umidità, ne causa altri anche più gravi per la presenza al suo interni di sali minerali che cristallizzandosi, durante il fenomeno dell’evaporazione, possono aumentare il loro volume anche di più di dieci volte e dare luogo o rotture o scrostamenti dei muri.
I sali presenti nei muri dipendono dalla tipologia del terreno (composizione minerale) ed anche dai materiali da costruzione che possono rilasciarli e renderli solubili con l’acqua di passaggio. Tipici sono nitrati, cloruri, solfati, nitriti e molti altri.
Soluzioni per evitare l’umidità di risalita per capillarità
Vi sono diverse soluzioni per eliminare l’umidità di risalita per capillarità, ovvero il taglio meccanico dei muri con l’interposizione di materiali impermeabilizzati, soluzione poco usata a causa della difficoltà di esecuzione e delle normative antisismiche sempre più stringenti, la barriera chimica, o l’installazione di alcuni dispositivi in grado di invertire la polarità o neutralizzare la carica elettrica dell’acqua, invertendone l’andamento del suo flusso.
Vediamo ora più in dettaglio la soluzione con barriera chimica.
Cos’è e come funziona la barriera chimica
La barriera chimica è formata da un materiale impregnante concentrato, impermeabile all’acqua, a base di silani che viene iniettato nella muratura attraverso una fila di piccoli fori, creata su di essa, alla base (a circa 15 cm dal suolo). Il materiale ha un’ottima diffusione e si distribuisce facilmente nelle porosità, rendendole impermeabili.
Il materiale deve essere iniettato nei muri mediante appositi iniettori, in fori distanti circa 15 cm. In commercio, un ottimo materiale è la barriera chimica dell’azienda Tecsit System, classificata in classe A, la più efficiente.